Patrizia Invernizzi Di Giorgio
Opera 1^ classificata
Bianca danza
Oggi dagli alberi
piove la vita,
leggere nuvole di semi,
fiocchi vaporosi,
che rubano i pensieri tristi
per portarli lontano;
la città delusa
si lascia accarezzare le ferite
e le donne, anzitempo sfiorite,
indossano piume d’angelo
e ali di farfalla,
non c’è mai stata
nevicata più lieve
e più leggiadra
e l’aria è una
bianca danza d’amore,
nulla è mai spento per sempre;
cammino sulla soffice coltre
ritrovando i miei passi di bambina,
felice mi smarrisco
nella promessa
dei fiori che verranno.
Sergio Baldeschi
Opera 2^ classificata
Sulle ali del vento
In dieci metri quadri di mattonelle,
Chiara, rattrappisce le ansie…
le incatena su una sedia a rotelle.
Lei, bozzolo penzolante
in balia dell’infinito,
cagionevole filamento della diversità,
atrofizzato nell’intimità dei gesti.
Nell’irreale silenzio della campagna
Chiara dosa le emozioni… un insolito destino,
le ha fatto apprezzare
quanto siano grandiose le piccole cose,
soprattutto quelle fatte con amore,
i semplici rituali di ogni giorno:
l’aroma di un cappuccino,
le melodiose note
di una canzone scovata alla radio,
il bacio mattutino di sua madre.
Quando vado a trovarla,
la stanza si tinge d’arcobaleno,
il tempo dilata i minuti
e sulla parete in legno…
insieme al ticchettio dell’orologio,
crolla anche il calendario delle pene;
un viatico sorriso gli scorre negli occhi,
come un ruscello in piena
che spazza via oscuri pensieri
e straripa felicità.
Lentamente, con docile tenerezza,
Chiara apre lo scrigno del cuore
e mi dona… la sua ricca povertà,
parla della fede, dell’amore,
di peccati così veniali, da stupirmi,
ma soprattutto… di quel sogno peregrino
che da anni è sempre lo stesso,
un tuffo tra i papaveri
e una corsa libera… sulle ali del vento.
Piera Pacione
Opera 3^ classificata
La porta sbatte
La porta sbatte e con lei,
l’ultimo briciolo di sperata compagnia
ed io, resto sola
in questo grigio pomeriggio di festa.
Passi lenti, mi trascinano nel letto.
Il corpo accetta l’invito
e si consola al pensiero di farsi coccolare
dal tepore delle lenzuola.
La mente, sì, lei sola, resta fredda, rabbrividisce.
Vorrebbe chissà cosa, viaggiare di fantasia
eppure deve restare qui
sfuggendo ai tanti pensieri che ingolfano la ragione
sotto una forma di morte apparente
che strazia, uccide.
Fuori la nebbia scende bassa
accarezza le fronde degli alberi
offusca le poche auto nella piazza.
Sembra un mondo surreale
e un po’ assomiglia a l’animo che vivo
un io, ingabbiato tra le sbarre dei ricordi.
Inizio a tremare.
Il corpo sfugge al controllo
le lacrime scendono giù, graffiano di malinconia
perché attorno a me, regna,
la malinconia di un bacio non dato
la tristezza di una carezza dimenticata
il decesso di un ”ti amo” andato a male.
La porta sbatte.
Michelangelo Lombardo
Opera 4^ classificata
Un’altra giornata è finita
Ondeggia
allo spirare di brezza
un mare di papaveri,
s’ammanta di porpora
il prato ricolmo
di erbe e fiori policromi,
sembra il riflesso
del sole morente,
che proietta
sulla notte incipiente
gli ultimi bagliori.
E si rannicchia la città,
al chiarore soffuso
di uno spiraglio di luce,
che la sottile falce
di luna filtra sulle case,
dove una mano alata
aveva allungato un’ombra
avvolgente a lenire
le pene nel cuore dell’uomo.
In questo contesto,
s’insinua il sonno, che
tutto placa e assopisce,
mentre miliardi
di stelle brillano in cielo
e dalla terra monotono
s’alza il canto dei grilli:
un’altra giornata è finita.
Chris Mao
Opera 5^ classificata
Il ritorno
L’ombra sola non basta,
a sveltire il passo dell’uomo
stanco di pietre e fascine,
portate oltre muri
fieri d’essere argine e confine
di poderi gonfi di semine,
e compagni terreni
di nuvole predone
d’aria immensamente pura.
Lesto, un pensiero precede
la gobba del boscaiolo
sulla strada di casa e appare,
prima avvisaglia del ritorno,
una brace d’azzurro
fra i ceppi torturati dal fuoco.
Sulla diagonale scura del tetto
un’alzata di fumo annuncia
il tepore e l’abbandono,
cresce una bava di vento
al varcar della soglia,
come una spinta al meritato ristoro.
Chi ora preme alle pendici
d’una montagna d’inchiostro
conosce il prezzo della fatica;
ed esalta il fruscio delle gore,
lacera il groviglio dei rovi,
rende alla zolla il sangue della terra.
Prepara la traccia
di un nuovo risveglio.
Rita Tellini
Opera 6^ classificata
Perle
Ti cerco nel soffio del vento
che spinge le ali di un gabbiano.
Scruto con cura tra le nuvole
per scorgervi un tuo segno.
Mi perdo nel mare dei ricordi
per vederti vivere ancora.
Infilo come perle i tuoi sorrisi nel mio cuore
per conservare in uno scrigno il mio tesoro.
Compongo canzoni con le parole che mi hai detto
per riconoscere il suono della tua voce.
Percorro con la mente le strade del tuo corpo
per poterti accarezzare.
Urlo senza fiato il tuo nome “amore”
per trovare una risposta.
Ascolto il silenzio della notte
per sentire ancora battere il tuo cuore.
Werther Zabberoni
Opera 7^ classificata
Il deserto di Wadi Rum
(La valle della luna)
Ampie distese di sabbia dorata,
rocce di mille forme e colori,
millenari graffiti rupestri…
Nella valle della luna
quando il sole va a dormire
un cammello si allontana
e una stella è più vicina.
Tu la tocchi con le mani,
il silenzio t’incatena,
attonito rimani
e per un attimo hai paura.
Poi lo stupore ti addolcisce
e mentre di gioia stai piangendo
con il cuore stai volando
su nel cielo fra le stelle.
Ed allora intuisci
che per sempre tu vivrai
in un’altra dimensione.
Marcella Ferraro
Opera 8^ classificata
Vestimi di verde
Vestimi di verde
che trabocchi
oltre i muri d’orto
che straripi
dall’anima ribelle
pietre sollevi e asfalti.
Vestimi di verde
che emozioni
oltre il corpo spinga
occhi penetri
mani vuote e stanche
palpiti accenda
dentro cieli e terre.
Vestimi di verde, madre,
che abiti
per me ricami intenta
anche di notte
e prati sorprendi
con nuvole di fiori
appena è primavera.
Nadia De Stefano
Opera 9^ classificata
Metamorfosi
Questo tempo in cui
disperdiamo parole:
quelle dentro agognate
quelle vive o ipotizzate…
Le chiamiamo poesie
ma sono tormento d’anima
che spazia tra amori voluti
e chimere desiderate…
Tempo che dissimula il reale,
che innesta paure…
Confronto continuo
del cuore pulsante,
atterrito da elucubrazioni
sottili…
Tempo che ci appartiene
in questo istante.
Noi che proclamiamo
con voci diverse la stessa follia.
Tempo che corrode la vita,
quella amata, quella sperata,
chiusa in un battito di ciglia.
Isabella Coluzzi
Opera 10^ classificata
Parole che invocano il silenzio
Parole
che si dissolvono
nel vento
senza lasciar nell’aria l’eco
Parole
che non sanno più evocare
l’incanto
di un magico incontro
Parole
che senso più non hanno
se non il vuoto
dell’assenza
Parole
che disperatamente
allora
invocano il silenzio
Quel silenzio
che scava dentro l’anima
e non fa paura
ma ti accompagna
nel tuo viaggio
di uomo senza tempo.
Marta Marchese
Opera 11^ classificata
Alto Adige
Ho vendemmiato
memorie di vecchi
lungo i sentieri
dell’Alto Adige
e dai glicini
abbracci
ai Cristi seminati di speranza.
Ho vendemmiato
rubiconde efelidi di fanciulli
lungo i prati
percorsi a capriole
e dai tralicci spezzati
ho visto nascere
intrecci di genziane.
Ho vendemmiato
silenziosi eroismi quotidiani
di chi crede alla pace
e dalle streghe
di epoche vicine
ho rubato un filtro
per costruire un arcobaleno di luce.
Lungo i sentieri,
oggi, un sorriso
mi accetta nel suo destino.
Luisa Foddai
Opera 12^ classificata
Sogno
E di te parlai alla luna
in una notte senza stelle.
L’acre odor di malinconia
se lo rapì furtivo il vento.
A lei cantai i logori miei versi,
esangui perle che ancor trasudano
da angoli secchi di ferite antiche.
Appiccicata in languida accoglienza
alla finestra della mia notte
di noi le narrai il beffardo fato.
Di me le raccontai del brivido caldo
che ancor brucia sotto le algide coltri di neve
che in mortal tomba addosso gli buttai,
ma che gelar non sa.
Piange la notte il destin rimembrando,
provando ad inseguir l’ultima luce di una stella
migrata a trapuntar cieli più leggeri.
Ma ecco d’improvviso l’incanto!!
M’accoglie leggiadro di Morfeo l’abbraccio,
dolce e paterno carezza il mio capo, stringe le carni,
lenisce il dolore che quiete non trova.
Due baci a socchiudere gli occhi su un cuscino di bianchi mughetti.
È il Sogno!!
Nulla Ferisce!!
Nulla Divide !!
Solo l’eco nell’aria notturna di un canto vibrato all’unisono
su un buio squarciato da un arcobaleno che unisce due lembi
di cieli diversi.
E nel vicolo cieco di un tortuoso sentiero una strada si apre …
due mani si incontrano!
Preludio di Rosso!!
Trionfo d’Amore!!!